Sei miti da sfatare sull’energia eolica
Quello dell'energia eolica è un tema d’attualità in molti Paesi. In molti luoghi e per diversi motivi c'è resistenza al suo sviluppo: come ogni forma di produzione di energia, gli impianti eolici possono coinvolgere l’ambiente e comunità circostanti, ma il dibattito è spesso fondato su affermazioni e credenze non corrette. In questo articolo ne vedremo insieme alcune.
Nel 2023, in Italia l’energia eolica ha raggiunto una potenza di 12,3 GW, ma occorrono ancora 16 GW per raggiungere il target 2030. Tra tutte le fonti di energia rinnovabile, l’energia eolica si distingue, insieme all’energia solare, per efficienza, tempi di costruzione ridotti e costi contenuti. Queste caratteristiche la rendono essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.
Tuttavia, il dibattito è spesso caratterizzato da considerazioni errate, poco precise o fuorvianti. È importante però basarsi su fatti reali: vediamo alcune delle affermazioni più comuni, o miti, sull'energia eolica.
1. L'energia eolica occupa grandi aree di terreno
In un impianto eolico, le turbine sono posizionate a distanza l'una dall'altra e occupano aree vaste. Se si considera quindi l'intera area circostante e quella tra una turbina e l’altra, quella eolica è la fonte energetica che richiede la maggiore quantità di terreno per MWh prodotto. Ma la situazione è più complessa: sul sito Our World in Data puoi trovare un confronto per l'utilizzo del terreno per diverse fonti di energia. Il report mostra come tra le fonti di energia tradizionale, i piccoli impianti idroelettrici siano i meno efficienti in termini di utilizzo del terreno e gli impianti nucleari siano i più efficienti
Tuttavia, per fonti di energia rinnovabile come quella solare ed eolica, il suolo richiesto può variare notevolmente a seconda che venga utilizzato anche per altri scopi: il terreno dove sono posizionate le turbine eoliche può essere utilizzato allo stesso tempo per la produzione di energia solare, ma anche per attività agricole o di allevamento. L'impatto diretto sulla natura quindi è ridotto e l'impronta diventa minima: l'area di terreno permanentemente occupata da un singolo aerogeneratore, che produce energia sufficiente per 5000 famiglie, è equivalente a un quarto di un campo di calcio.
2. L'energia eolica danneggia la natura
Un parco eolico può portare a delle conseguenze sulle aree circostanti in misura maggiore o minore.
Le turbine eoliche sono visibili da lunghe distanze: per questo è fondamentale pianificare attentamente la posizione dei parchi eolici, che devono essere installati in luoghi dove le condizioni del vento sono le migliori possibili, ma non in aree dove la natura è vulnerabile.
È altrettanto importante tenere conto di specie animali sensibili o protette: ecco perché si conducono molte ricerche nel settore dell’energia rinnovabile per ridurre gli impatti sulla fauna selvatica.
3. L'energia eolica è inefficace
Spesso si pensa cha l'energia eolica sia inefficace perché produce solo quando soffia il vento e non quando ci sia più bisogno di energia. Eppure, le turbine non hanno bisogno di venti molto forti per produrre elettricità: una centrale eolica onshore ha spesso un fattore di capacità del 35-40% ed è in funzione per l'80% del tempo.
L'energia eolica è una fonte di energia variabile, ma interagisce molto bene in un sistema energetico che include anche fonti di energia più flessibili e rispetto agli impianti termici, utilizza una fonte, un "carburante" gratuito.
4. Le turbine eoliche generano livelli di rumore dannosi per la salute
Le turbine eoliche generano rumore a partire dalle pale e dai generatori e possono emettere, oltre all'infrasuono, sia suoni ad alta frequenza che a bassa frequenza. Le turbine moderne generano tuttavia, solitamente, meno rumore rispetto ai modelli più vecchi.
Il rumore delle turbine eoliche misurabile a poche centinaia di metri dalla fonte è basso, ma le condizioni locali e del contesto possono influenzare la tipologia di problemi che le persone incontrano. Ne sono un esempio topografia, pratiche edilizie, utilizzo delle aree all'aperto, ma anche le aspettative verso l'energia eolica.
Il rumore è spesso associato a tematiche di salute mentale, problemi di sonno e rischio di malattie cardiovascolari. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, non ci sono ricerche che supportano l'affermazione secondo cui le turbine eoliche stesse contribuiscano ad aumentare problematiche di salute fisiche e mentali.
5. Le turbine eoliche consumano più energia di quella che producono
Spesso si afferma che le turbine eoliche non siano redditizie o sostenibili perché l'energia impiegata per costruirle supera l'energia che producono durante la loro vita utile. Un'analisi del loro ciclo di vita pubblicata sulla rivista scientifica Renewable Energy nel 2012 mostra che, tra i suoi primi 3 e 7 mesi, una turbina eolica produce più energia di quella necessaria per produrla e installarla.
Secondo il Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite, l'energia eolica è anche la fonte energetica con le emissioni totali più basse di gas serra per kWh prodotto di elettricità.
6. Le turbine eoliche richiedono un maggior utilizzo di minerali rari
La necessità di una transizione energetica aumenta la domanda di alcuni materiali, tra cui metalli e minerali rari, che si stima aumenterà di sette volte entro il 2050. Per l'energia eolica sono necessari minerali rari che consentono di migliorare le prestazioni delle turbine, ma in quantità minime specialmente per la maggior parte dei modelli che non utilizzano i magneti permanenti. La scelta della tecnologia e lo sviluppo tecnologico sono cruciali: le turbine più moderne utilizzano quantità significativamente inferiore di materiali rari per MW rispetto ai modelli precedenti.
Nonostante i materiali siano definiti rari, non c'è motivo di temerne una carenza. Spesso, molti di questi materiali vengono estratti in condizioni che non tengono sufficientemente conto delle persone e dell'ambiente. La soluzione risiede nel migliorare questi processi a livello Europeo e nel fare maggiori sforzi per diventare autosufficienti nell'estrazione di questi minerali.